SCIENZA E FEDE: DUE MONDI LONTANI MA TANTO VICINI

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È molto diffusa l’opinione secondo cui fede e scienza abbiano poco da spartire e che, anzi, siano acerrime nemiche l’una dell’altra. Certamente, vicende come quella di Galileo o di Darwin sembrano accreditare questa tesi. E in effetti il rapporto tra queste due dimensioni dello spirito umano è sempre stato alquanto difficile, e non si può certo negare che nella loro storia ci siano stati numerosi momenti di scontro, nei quali l’uomo di fede ha visto nello scienziato il nemico da combattere e viceversa.

 Ma dovrebbe valere ciò che afferma il biologo Louis Pasteur, «poca scienza allontana da Dio, ma molta riconduce a Lui». Questa espressione dice che fede e scienza non sono affatto contrarie l’una all’altra e che, per di più, le apparenti contraddizioni sono dovute alla poca scienza o alla poca fede; nel senso che si tratta di un problema spesso mal posto, perdendo di vista ciò che scienza e fede sono in realtà, immersi come siamo in un mondo che conosce ben poco la scienza quanto la fede. Fede e scienza nascono dunque entrambe da una stessa caratteristica fondamentale dell’uomo, che è quella di porsi delle domande su se stesso e sul mondo che lo circonda. Chi sono? Perché esisto? Cos’è la vita? E la morte? Cosa c’è dopo la morte? Cosa è giusto? Cos’è l’universo? Qualcuno lo ha creato? È finito o infinito? E naturalmente nella necessità di cercare risposte in qualche modo adeguate a quesiti che non lo lasciano indifferente. Inoltre molti sono convinti che la scienza sia il regno della razionalità, mentre la fede quello dell’irrazionalità. Ovvero che la scienza segue la ragione, mentre la fede il sentimento. Certo i motivi per credere in Dio non saranno gli stessi per cui accettiamo la legge di gravità, ma questo non vuol dire che debbano essere per forza irrazionali. Nel Vangelo ( Matteo 22,16-39) Gesù dice che il più grande comandamento è quello di amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze; e il prossimo come se stessi. Quindi l’amore necessita non soltanto del sentimento (cuore), ma anche dell’intelligenza (mente). La fede così non è soltanto una scelta emotiva, ma anzi, richiede delle motivazioni profonde e ragionate. Così la fede non è un affare solo per donne e bambini dal cuore tenero, o per poveri sprovveduti e sempliciotti, ma invece è dimensione di tutto l’essere umano e da sempre coinvolge fior di intelligenze. La fede dunque necessita della ragione non meno della scienza. Viceversa, non bisogna pensare che l’emotività sia esclusa dall’indagine scientifica. Spesso si ha l’immagine di una scienza fredda, come se fosse opera di un calcolatore. Invece la scienza è ricca di fantasia, passione, entusiasmo. La storia della scienza mostra come anche l’indagine scientifica sia percorsa dal gusto della bellezza e dell’eleganza, dall’alternarsi di entusiasmi e cadute, di successi ed insuccessi. Oltre ad avere delle analogie vi è una netta differenza tra fede e scienza che sta nella rivelazione. Il fatto è che il cristiano crede in un Dio personale che si rivela, e si è rivelato in maniera particolare attraverso i profeti e Gesù; la teologia cristiana è infatti essenzialmente una riflessione sulla rivelazione di Dio. Una teoria scientifica deve rispondere a dei dati di fatto che sono i fenomeni naturali. Dunque in conclusione la scienza è necessaria alla fede affinché non scada in integralismo o in credulità, in modo da recuperare il ruolo insostituibile dell’intelligenza nella vita dell’uomo. La fede è poi necessaria alla scienza perché essa mantenga una certa umiltà, e non perda di vista il punto centrale che è l’uomo, mantenendosi al suo servizio.
Monica Leanza IV A

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