CREDI PER COMPRENDERE COMPRENDI PER CREDERE

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«Il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano. Se le cose naturali la trascendono, che dire di quelli soprannaturali»? (B.Pascal, Pensieri). La questione dei rapporti tra scienza e fede ha una fondamentale importanza per la nostra società. Si parla spesso che scienza e fede siano acerrime nemiche che non ci potrà mai essere un rapporto tra loro. Certamente, la storia ci mostra vicende come quelle di Galileo, considerato come eretico, episodi che sembrano dare ragione a questa tesi. Nei “Soliloqui”, Agostino dichiarava lo scopo della sua ricerca sostenendo che vuole conoscere Dio e l’anima.

Cercare l’anima per Agostino significa cercare Dio. Ragione e fede, dice il filosofo, sono strettamente unite, in grado di collaborare e rafforzarsi a vicenda. Per il filosofo il rapporto fede-ragione è basato su due principi: «Credi per comprendere e comprendi per credere». Ritiene che la fede tragga chiarezza dalla ragione, ma anche che la ragione tragga stimolo e impulso della fede. Quindi, essendo unite, si configurano come il rapporto tra uomo e Dio. Anche Tommaso affrontò questo problema, dicendo che ragione e fede sono come due vie parallele che agiscono in maniera autonoma, ma è necessario che convergano in un fine unico, poiché ne è unico il principio generante: Dio. Dunque, per Tommaso, la ragione è in grado di dimostrare l’esistenza di Dio, anche se non è in grado di conoscere pienamente chi sia; infatti, sulla sua essenza, ne può rispondere solo la fede. L’uomo ha sempre avuto delle certezze, e in migliaia di anni i filosofi hanno affrontato questo problema e sono arrivati a soluzioni sempre differenti, confermando, che non può esistere una soluzione che vada bene per tutti e, fondamentalmente, è una teoria che anche ai giorni nostri accettiamo.
Ilenia Faranda IV A

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