CORSA CONTRO IL TEMPO

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Breve è la vita, effimera l’esistenza dell’uomo su questo mondo. Dunque è opportuno che egli viva scegliendo come archetipo e filosofia di vita il famoso verso di Orazio ‘’Carpe Diem’’? Due profondi concetti si intrecciano: qualità e temporalità del vivere. Cogli il momento giusto per agire, sii pronto a rendere la tua vita meravigliosa, senza aspettare, rendi concreto ogni tuo sogno. Gli attimi trascorrono, il tempo corre fugacemente, come se ci odiasse, non lasciando spazio a speranze future: occorre sfruttare al meglio e al massimo il tempo presente. La morte non è più il fine ultimo del percorso vitale ‘’ ma è qualcosa che ci lasciamo dietro ogni giorno e dietro ogni momento, che estingue e brucia, attraverso il tempo, tutto ciò che è.’’.

Sapere che moriamo ogni giorno significa prendere piena consapevolezza del nostro tempo, la suprema forma di libertà a cui l’uomo possa aspirare. “Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta.”(Tyler Durden). Così è anche nel De brevitate vitae di Seneca, tamvelociter,tam rapide dati nobistemporisspatia(così veloce, così rapido il periodo di tempo concesso a noi.) Sì, Seneca era un maniaco del tempo, ma come dargli torto? Nessuno, neppure l’uomo più potente e ricco del mondo può fermare le lancette di un orologio. Come impieghiamo questo tempo è una nostra scelta.
Un argomento ampio che può essere interpretato con diverse chiavi di lettura: Catullo invita la donna amata, Lesbia, a fargli provare piacere più che può poiché ‘’I giorni possono tramontare e ritornare: noi quando la breve vita tramonta, siamo costretti a dormire una sola interminabile notte.’’
Il tema verrà ripreso in pieno ‘400 da Lorenzo De’ Medici, con una lieve sfumatura semantica:
‘’Quant’è bella giovinezza
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
didoman non c’è certezza.’’
Si nota come nel componimento entri in gioco un nuovo fattore: la bellezza della giovinezza, intesa come un pullulare di emozioni, gioie e spensieratezza. Il grande Lorenzo, dunque, inserisce nel celebre trionfo di Bacco e Arianna il concetto di caducità della vita, che avverte con molta sensibilità. Propone un mondo al contrario, dove tutto è concesso. Il componimento si innesta in una cornice fatta di allegria, dietro la quale si cela un pacato senso di malinconia provocato dallo scorrere del tempo e dall’incertezza del domani. In grado di eliminare il tutto è l’amore e lo stato di ebbrezza. Quello del Magnifico appare come un retaggio del pensiero di Mimnermo, poeta greco del VIII secolo a.C; egli attribuisce al singolo momento una rilevanza tale da caricare quello successivo di un ricco sentimento di precarietà che porterà il poeta a qualcosa di inevitabilmente peggiore.
Un argomento che ancora oggi occupa uno spazio importante nella quotidianità :l’uomo moderno tende sempre più a vivere in uno stato di insoddisfazione. Nemico perenne rimane il tempo che proietta il nostro pensiero in una dimensione futura incerta. Vivere il presente resta l’unica possibilità per vivere serenamente.
Diventa perciò un’esortazione all’uomo di vivere non pensando al domani, cogliendo l’autenticità di ogni singolo istante, non preoccupandosi del futuro che prima o poi soccomberà.
FRANCESCA SCHILIRO’ IV A

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