Vita, si uti scias, longa est

Unknown
«Ricordati che sei nato mortale di natura e hai avuto un tempo limitato: ma con i tuoi ragionamenti sulla natura sei assurto all’infinità e all’eternità, e hai contemplato le cose che sono, che furono e che saranno». Il pensiero dell’epicureo Metrodoro di Lampsaco, come quello di Epicuro stesso, fu a lungo criticato e messo da parte; in un mondo in cui la religione era padrona incontrastata del mondo e la scienza era considerata ancilla teologiae. A lungo nel corso dei secoli si è posto il problema del rapporto ragione/fede ; e molti, dagli intellettuali classici a quelli moderni hanno espresso la loro opinione cercando di comprendere al meglio tale problematica. Agostino diceva che fede e ragione erano strettamente unite e in grado di collaborare e di rafforzarsi a vicenda: per capire bisogna avere fede, e per avere fede salda occorre esercitare l’intelletto.

Lo stesso Tommaso ritiene che non ci sia contrapposizione tra le due: ragione e fede ci sono state date entrambe da Dio, quindi non possono essere in contrasto tra di loro; anzi è la ragione che aiuta la fede in vari modi. Essa chiarisce i preambula fide, esemplifica i concetti della fede mediante similitudini e la difende dai suoi avversari. Ma se non fosse così? Se in realtà la fede e la scienza fossero in contrasto tra di loro? Sono numerosi gli esempi che confermano tale tesi. Fin dalle origini la religione ha sempre cercato di prevalere sulla scienza, facendola apparire come arte del demonio, come qualcosa di sbagliato, che avrebbe potuto portare allo sconvolgimento del mondo conosciuto, dei dettami biblici e aristotelici. Si pensi a uomini come Giordano Bruno:«le cataste e le fascine di legna cui si sarebbe appiccato il fuoco lo attendevano nella piazza, gli era stata legata la lingua affinché nessuno udisse le bruttissime parole che diceva durante il tragitto e il supplizio, lo spogliarono nudo, lo legarono a un palo e tra gli occhi di tutti fu bruciato vivo». Tutto questo perché Bruno non accettava il sistema Tolemaico, ma aderì all’idea di Copernico secondo cui era la Terra a ruotare intorno al sole. Inoltre egli contrariamente ad Aristotele credeva anche nell’infinità dell’universo. Non bisogna dimenticare però che Galileo Galilei è il simbolo del conflitto manifestatosi tra la nuova scienza e la chiesa cattolica. Anche Galileo appoggiava la dottrina di Copernico e di Bruno, basandosi però sull’osservazione e la sperimentazione scientifica; contrariamente al testo biblico che concordava con la cosmologia aristotelico-tolemaica. Proprio per questo anche Galileo fu sottoposto a processo e costretto ad abiurare. «Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l’uomo. […] Per alcuni anni ebbi la forza di una pubblica autorità; e misi la mia sapienza a disposizione dei potenti perché la usassero, o non la usassero, o ne abusassero, a seconda dei loro fini. Ho tradito la mia professione; e quando un uomo ha fatto ciò che ho fatto io, la sua presenza non può essere tollerata nei ranghi della scienza». È chiaro dunque che la scienza è in netto contrasto con la religione, essa è ormai del tutto ancorata a vecchie leggi e vecchi sistemi morali che stroncano il progresso e lo sviluppo. Si pensi infatti a quanto la scienza abbia migliorato le condizioni di vita degli uomini con tutte le sue scoperte; e si pensi anche, a quante vite abbia posto fine la Chiesa in nome della fede. Non è forse la Chiesa che mandò uomini e donne sul rogo per le loro dottrine anti-clericali? Non è stata la Chiesa a infliggere torture e persecuzioni contro alcuni uomini? In nome di Dio e della fede quanti mali la chiesa ha commesso? Si pensi ad esempio alle Crociate o alla Santa Inquisizione. E a chi dobbiamo la perdita, per un certo periodo di tempo, di molte opere classiche come quelle di Lucrezio e di Epicuro? La fede e la religione sono state inoltre strumentalizzate: esse erano usate per domare le masse; attraverso la paura degli dei, la superstizione che porta a compiere atti orrendi, e il timore per la morte. Quindi come sostiene K. Marx la religione è l’oppio del popolo: essa infatti inibisce i sensi ed offusca la mente, rendendo le persone incapaci di agire secondo il proprio istinto naturale e mentale, portandole a compiere gesti ed affermazioni inconsulte. In realtà la fede non dovrebbe, ne avrebbe dovuto, mettere il naso su questioni scientifiche: cosa importa se è la Terra a ruotare intorno al sole al fine della fede, perché si dovrebbe bloccare la crescita e il progresso in nome della religione? Chi è stata in grado di curare malattie ed epidemie, di risolvere gravi problemi come la carestia o la siccità: la scienza o la fede? Quanto bene ha fatto creando farmaci, o protesi in grado di far vivere al meglio coloro i quali non avrebbero potuto? Dall’altra parte la scienza non dovrebbe cercare di comprendere i dogmi della Chiesa, come la natura divina, l’esistenza di Dio e il concetto di trinità. Perché tentare di capire qualcosa che va al di fuori della realtà effettiva delle cose, perché cercare di capire la natura di un Dio di cui non abbiamo la minima traccia o che probabilmente è lontano da noi? Tale dottrina è caldeggiata da Epicuro stesso: egli sostiene infatti che gli dei si trovano negli intermundia, ossia gli spazi che separano un mondo dall’altro. Dal punto di vista razionale poi è impensabile che il mondo sia stato creato da un Dio. «Se l’uomo distoglierà dall’aldilà le sue speranze e concentrerà sulla vita terrena tutte le forze rese così disponibili, riuscirà probabilmente a rendere la vita sopportabile per tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuni». (Freud). La scienza oggi ha avanzato teorie plausibile circa l’origine dell’ universo; e anche se la ricerca procede lentamente e ci sono cose che ancora sfuggono all’uomo è meglio credere nelle capacità umane piuttosto che accettare tutto quello che è scritto nella bibbia. «Se segnassimo a caso dei punti su un foglio di carta, si potrebbe individuare sempre e comunque un’equazione matematica tale da rendere conto di quanto fatto». (Leibniz) Sarebbe troppo facile e da stolti, credere che tutto venga da Dio, non porci delle domande e non cercare allo stesso tempo di rispondere. «Ho speso tutta la mia vita per la libertà della scienza e non posso accettare che vengano messi dei chiavistelli al cervello: l’ingegno e la libertà di ricerca è quello che distingue l’Homo Sapiens da tutte le altre specie… Solo in tempi bui la scienza è stata bloccata. Oggi più che mai bisogna affermare il principio che gli scienziati hanno il diritto di partecipare alle decisioni politiche piuttosto che essere vittime di movimenti oscurantisti ed antiscientisti». Anche la scienza ha subìto diverse critiche per la sua sperimentazione o per il modo in cui è stata usata, come nel caso delle due bombe atomiche sganciate sul Giappone nel 1945, o nei disastri nucleari di Cernobyl e di Fukushima. Infatti un argomento spesso ripetuto contro la moralità della scienza è che molti dei suoi frutti sono stati usati per cattivi fini, per esempio in guerra. Ma questo argomento non merita neppure di essere preso in seria considerazione. Non c’è nulla sotto il sole di cui non si possa abusare e di cui non si sia abusato. Anche l’amore può diventare strumento pericoloso; e del pacifismo si può fare una delle armi di una guerra aggressiva. D’altra parte, è anche troppo evidente che l’irrazionalità è la responsabile di tutte le ostilità e aggressioni nazionali. Ci sono state anche troppe guerre aggressive di religione sia prima che dopo le crociate, ma non risulta che si sia combattuta una sola guerra per scopi scientifici e causata da scienziati. La scienza e la fede sono quindi due diverse forme di conoscenza, alla luce di tutto questo, il rapporto tra scienza e fede può essere posto su basi corrette partendo dalla constatazione che ci sono delle domande cui la scienza non dà alcuna risposta ma che, senza dubbio, restano domande fondamentali per ogni uomo. Esse tuttavia non fanno parte del mondo scientifico, ma di quello religioso; in base alla scienza infatti non si possono più razionalmente accettare, ad esempio, quei fatti miracolosi di cui parla la Chiesa e che esulano dalle più comuni esperienze umane. Tuttavia senza la scienza l’uomo non sarebbe arrivato a nulla, e nulla sarebbe cambiato nel corso degli anni. Se l’uomo fosse rimasto ancorato ai capisaldi della fede, sarebbe stato un burattino nelle mani di Dio; poiché «L’uomo è veramente uomo soltanto grazie alla cultura». (Hegel, “Lezioni di storia della filosofia”)
Chiara Scaravilli IV A

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