Romanticismo: La poetica romantica

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La parola romanticismo viene usata, per la prima volta, in Inghilterra, durante la seconda metà del ‘600, in senso spregiativo. Assume poi, nel corso degli anni, altre sfumature che la inseriscono dapprima nella scena francese di Rousseau, che la userà per definire un aliquid vago e indefinito e, successivamente, in quella tedesca in cui il suo significato sarà devoluto a designare uno stato d’animo di nostalgia e rimpianto per ciò che è ormai lontano, indefinito e sconosciuto.
Il romanticismo non potrà, però, mai essere schematizzato, racchiuso in una formula, o meglio definito, poiché caratterizzato da una moltitudine di manifestazioni culturali, personalità artistiche e tendenze talvolta divergenti e, persino, contraddittorie.
Nel complesso, a dominare la cultura romantica, furono tematiche prettamente negative come dolore, infelicità, inquietudine che fanno da specchio alla società di quel periodo, nella quale la popolazione, a causa delle trasformazioni tra Sette e Ottocento, risulta impaurita e angosciata.
In questo clima storico, il poeta vive una decadenza sociale, che lo vede come un elemento improduttivo, capace solo di intrattenere il pubblico. Egli si sente incompleto, frustrato e pieno di risentimento verso quella società che l’aveva escluso e condannato ad essere uomo mediocre, che più volte si sentirà in colpa per essere diverso; tutto accade dentro di lui. (…) Il poeta ordina, unisce, sceglie, inventa ed è incomprensibile a lui stesso perché accada proprio così e non altrimenti’’
A tal proposito, Chateaubriand François sostenne che non aveva più la dolcezza dell’ignoranza e che non era occupato che a rimpicciolire la sua vita, per metterla al livello della società, sentendosi diverso da quella maggioranza che, al contrario suo, viveva felicemente.
L’immaginazione di colui definito poeta sembra essere insaziabile; essa si affretta di arrivare al fondo dei piaceri, come se fosse oppressa dalla loro durata e ciò che è finito non ha per il poeta alcun valore . Trista quella vita che non vede, non ode, non sente, aggiunge Leopardi, se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione. Non può dirsi, inoltre, io comporrò poesia, poiché la mente creando è come un carbone semispento, cui certe invisibili influenze, come vento incostante, svegliano a un passeggero splendore; ma il loro potere emana dall’intimo, come il colore d’un fiore impallidisce e muta durante il suo sviluppo; e le parti coscienti del nostro spirito non sanno profetizzar né il suo avvicinarsi né il suo dipartire.
La poetica dello Sturm und Drang, che rifiutava regole, modelli e schemi fissi del periodo Preromantico, si ripercuote su quella del Romanticismo, in una società in subbuglio a causa di cambiamenti e dell’introduzione di innovazioni che la sorprendono, e la spaventano; non esistono modelli, esemplari perfetti di poesia, di valore normativo: la poesia esiste solo nella sua storia.
Dilaga, tra le menti del tempo, il rifiuto della ragione e l’esplorazione dell’irrazionale; il sogno e la follia diventano spazi prediletti, in cui l’io entra in contatto con l’ignoto. La zona d’ombra dà origine ad un soggettivismo esasperato, visto come il rifiuto della realtà esterna, che si traduce in una tensione inesausta verso l’infinito, motivo ripreso da Caspar David Friedrich, nel Viandante davanti al mare di nebbia nella quale si raffigura la dialettica tra l’umana esistenza e la realtà di ciò che appare distante ed eterno.
Contemporaneamente si vive un ritorno alla spiritualità e alla religiosità; «La storia umana appariva perciò guidata non dalla mente e dal volere dell’uomo, fosse pure il più alto genio, non dal caso, ma da una provvidenza che supera gli accorgimenti politici e che drizza a ignote mete la nave dell’umanità». La poesia è invero qualcosa di divino. È, ad un tempo, il centro e la circonferenza della conoscenza; è ciò che comprende ogni scienza e ciò a cui ogni scienza deve essere riferita…
Il romanticismo è teatro di un totale capovolgimento degli schemi, sia sociali che poetici. Il pensiero popolare cambia, diventa patriottico. Si ricerca l’unità, si sente il forte bisogno di essa. Si vivono rivoluzioni e cambiamenti. Il poeta viene emarginato. La ragione non detta più leggi, sono i sentimenti a prendere il sopravvento, ad avere la meglio, a dominare l’animo fervente degli uomini. L’oscuro, la notte, il male esercitano un fascino prepotente. Il desiderio di sangue, crudeltà, morte caratterizzerà quest’epoca, nelle frange più estreme.
D’effetto sarà il risultato, la miscela di questi enigmatici ingredienti, che daranno vita a ciò che è stato il romanticismo.

Giorgia Aidala V A

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