L’AMICIZIA DA IERI AD OGGI

martinaIn un mondo in cui lo sviluppo tecnologico è in notevole aumento, dove ogni singola parola o mossa è
causa di contrasti tra i vari individui, dove è in continuo aumento perfino l’odio nei confronti di chi è
“diverso”, dove tutti i valori che le varie famiglie hanno cercato di infondere nelle menti e nei modi di
fare dei figli sono ormai svaniti, è ancora possibile credere nell’amicizia tra due persone?
L’amicizia è un sentimento che ha suscitato anche l’interesse dei più famosi poeti, scrittori, pittori;
questo perché, sin dall’antichità, l’uomo ha sentito il bisogno di avere un compagno accanto su cui poter
sempre contare. Poiché questo sentimento era ritenuto importante dagli uomini del passato, questi
sentirono la necessità di esprimere i propri pensieri e i propri stati d’animo riguardanti l’amicizia. Due
individui, dopo aver instaurato un rapporto di amicizia, difficilmente riescono a stare lontani l’uno
dall’altro; infatti essa non può esistere se non ci sono due persone che condividono tutto fra di loro, e
non ci sono quando a uno serve l’aiuto dell’altro.
Questo è quello che cerca di esprimere Cicerone nella Lettera ad Attico del 60 a.C. Egli infatti così si
rivolge a lui: «Devi sapere che in questo momento non c’è nulla che mi manchi tanto quanto una
persona […] che mi dà qualche pensiero, una persona che mi sia amica, che sia sensata, con la quale,
quando io parlo, non debba fingere nulla, nulla dissimulare, nulla nascondere».
Secondo Dante l’amicizia non può mancare nella vita di un uomo e sostiene, in un sonetto scritto da lui
in età giovanile, che sarebbe disposto a partire con i suoi due amici perché solo insieme sarebbero in
grado di far fronte alle tempeste e a qualunque altro ostacolo.
Tutto ciò può essere colto anche attraverso un dipinto: attraverso le posizioni, i gesti e la
rappresentazione degli sguardi, siamo in grado di estrapolare i contenuti dell’opera d’arte. Raffaello
nell’ Autoritratto con un amico infatti, rappresenta se stesso che rassicura il suo amico poggiandogli la
mano sulla spalla; questo, infatti, è segno che l’amicizia serve a tendere una mano e ad aiutare l’amico
quando questo rimane fermo e si arrende davanti agli ostacoli che la vita gli pone davanti. Questo è
anche un po’ quello che N. Baldini riesce ad estrapolare dal dipinto e scrive il suo pensiero ne I
capolavori.
C’è anche chi osa esagerare dicendo: “avrei dato volentieri la vita per un amico” (F. Uhlman, L’amico
ritrovato, trad. di M. G. Castagnone, Feltrinelli, Milano 1986). Questa è una frase che fa pensare. Al
giorno d’oggi chi sarebbe disposto a dare la propria vita per salvare quella di un altro? È una domanda
alla quale non si può trovare risposta, perché nessuno prova a pensare a qualcosa di simile. Per lo
scrittore, invece, il sentimento che lo lega al suo amico è molto importante, rappresenta la figura
perfetta con la quale può sentirsi libero di dire e fare ciò egli stesso sente nel profondo del suo animo.
Naturalmente gli scrittori e gli artisti mettono in evidenza degli aspetti sempre diversi sull’amicizia. Nel
romanzo Due di due, l’autore, Andrea De Carlo, narra la storia di due ragazzi Guido e Mario che tra i
banchi di scuola avevano instaurato un rapporto d’amicizia. I due protagonisti hanno due caratteri
diversi: Guido insofferente e creativo, Mario tranquillo e concreto. Essi, una volta terminati gli studi,
avendo appunto caratteri diversi, intraprendono vite diverse. Da ciò, quindi, inizia un lento ma incisivo
allontanamento dei due che si ritrovano a non poter essere più come realmente due amici dovrebbero
essere.
Ecco che in questo caso l’amicizia non si è conclusa nei migliori dei modi, ma come dice Laura Pausini
nella canzone Le cose che vivi: “quando l’amicizia ti attraversa il cuore, lascia un’emozione che non se
ne va”. Dunque si possono anche perdere i contatti fra due amici, ma se uno ha lasciato il segno
nell’altro e viceversa, allora non si può che parlare di amicizia.
Restando sempre nel campo della musica, Francesco Guccini nel 1940 scrive Canzone per Piero che fa
parte dell’album Stanze di vita quotidiana. In questa canzone egli si rivolge all’amico dicendogli che è
ormai da tanto tempo che si conoscono, ma che la loro amicizia sembra nata ieri, perché sembra non
essere cambiato nulla. Sono passati gli anni e il tempo trascorso non è stato trascurato, ma utilizzato per
confrontarsi fra di loro e condividere tutto ciò che di bello e di brutto capitava nella loro vita.
Infine sopraggiunge il XX secolo che segna un vero e proprio distacco con il passato, un distacco che
consiste nella perdita di valori, tra cui appunto l’amicizia. Questa è stata infatti sostituita da macchine
che permettono all’uomo, nello specifico agli adolescenti, di farsi un amico attraverso la chat,
conoscendolo in un universo parallelo a quello che esiste realmente, dove ognuno può fingere di essere
un’altra persona. In conclusione quindi l’immagine del vero amico, un’anima affine rara da trovare e
molto amata, è completamente scomparsa dalla nostra cultura (M.L. Rodotà, L’amicizia svuotata
nell’era di Facebook. Meno tempo assieme e affinità, più dialoghi tra sconosciuti, in “Corriere della
Sera”, 27 dicembre 2009)
Martina Caruso

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